Come si scrive? Parquet, parchè o palchè?
16 October 2018 - Approfondimenti
Ogni giorno veniamo a contatto con clienti di ogni zona d'Italia e l'oggetto di questo articolo è un modo per fare chiarezza una volta per tutte sulla parola parquet.
Si, perchè (e questa è una cacofonia parquet-perché) spesso ci sentiamo fare richieste di "palché" e quelle che ci arrivano per iscritto via mail o sui messaggi dei social network si parla a volte di Palquet o di Parché... per cui una breve dissertazione sulla terminologia su un sito specializzato come il nostro era dovuta.
Da una ricerca che abbiamo fatto sul web risulta che Parquet era il nome della sala dove il Re di Francia Luigi XIV teneva le sue riunioni. Questo salone aveva un pavimento di legno, ed è forse per questo motivo che la parola parquet sia col tempo divenuta sinonimo di pavimento di legno.
La parola Parquet all'estero
All'estero molte lingue lo scrivono con la K, e così parquet diventa Parket, addirittura in Svizzera la T raddoppia e diventa Parkett! Come si suol dire: "melius est abundare quam deficere". Una ditta dal nome importante in questo senso è la Bauwerk.
In maniera meno letterale la parola Parquet definisce anche quel luogo dove avvengono le contrattazioni della borsa valori, dove si riuniscono gli agenti di cambio per le contrattazioni del mercato ufficiale, da distinguere dalla "coulisse" che è la sala dove avvengono le contrattazioni del mercato libero.
La parola Parquet in Italia
In nord Italia da tempo si usa la versione italianizzata Parchetti, tanto che molte aziende di spicco usano tuttora il suffisso a definire la propria attività, come la "Italparchetti", per fare un esempio di rinomata qualità made in Italy. Questo adattamento nell'uso popolare è entrato nel linguaggio parlato, riproducendo esattamente la pronuncia della parola francese, ma come detto sopra in tanti hanno deciso di farne anche un marchio.
Altra italianizzazione della parola francese parquet è quella con cui si definiva il classico massello da posare grezzo e levigare a pavimento, per poi essere verniciato e finito dopo la posa: quasi ad enfatizzare la piccola dimensione del modulo di base di questi pavimenti in legno la parola palché diventa Palchetto, declinato anche nella sua versione italo-francese: Parchetto.
In definitiva si preferisce comunque la relativa declinazione al plurale per cui è diventato appunto ricorrente in Veneto e in Brianza, patrie dei pavimenti in legno, la parola parchetti, in quanto indica non l’intero pavimento ma le assicelle di legno che lo formano: da cui il modo di dire pavimento a parchetti o levigare e lucidare i parchetti.
Cosa ne pensiamo noi di Parquet Sartoriale
A noi di Parquet Sartoriale piace la versione classica e storicamente riconosciuta della parola da cui abbiamo mutuato il nostro brand aziendale, anche se le maxi plance di prefiniti in rovere, che costituiscono il 90% della nostra produzione, poco o nulla hanno a che fare con l'origine del nome Parquet, che definiva più comunemente moduli piccoli di legno massello di quercia o in essenze esotiche tagliate in modo da formare pavimenti spinati alla italiana, o con appositi tagli a 45 gradi che si montavano con lo stile denominato alla Francese, per differenziare il parquet classico con spine a taglio di 30° e 60° che a seconda del paese in cui ci si trova viene definito spina ungherese o Chevron (versione inglese).
E allora nella memoria storica dei signori di un paio di generazioni precedenti quella dei millennial torna ricorrente la dicitura lamparquet: a definire quel legno da pavimento raffinato e pregiato che venne usato a partire dagli anni '70, formato da lamine di legno spesse e molto lunghe che venivano posate con la tecnica detta anche a "tolda di nave", ovvero nella stessa maniera del primo ponte coperto delle navi a vela.
Andrea Paoloni
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